INTERVISTA DOPPIA: CANALETTO VS GUARDI

INTERVISTA DOPPIA: CANALETTO VS GUARDI

1. Presentatevi.

C: Mi chiamo Giovanni Antonio Canàl, per gli amici Canaletto e ho, ahimè, 68 anni.

G: Salve, io sono Francesco Guardi e ho 53 anni.

2. Che mestiere fate?

C: A partire dagli anni venti abbandonai la tradizione scenografica di famiglia e, dopo essermi esercitato con le maestose rovine della grande Roma, tornai nella mia città natale per specializzarmi sulle vedute veneziane.

G: Sono nato in una famiglia con una solida tradizione artistica. Mio padre, infatti, era un pittore e, al momento della sua morte, mio fratello maggiore ereditò la sua bottega. È proprio lì che feci il mio apprendistato artistico. Diciamo che il mio destino era già scritto, ma senza obblighi. Amo fare questo mestiere!

3. E paga bene questo lavoro?

C: Circa dieci anni fa sono tornato qua a Venezia dopo un lungo soggiorno a Londra, di un decennio se non mi sbaglio. Il popolo inglese è totalmente assuefatto dai dipinti dei paesaggi veneziani, vanno letteralmente fuori di testa! A volte mi è capitato di essere pagato da dei committenti inglesi, per un dipinto, tre volte tanto il prezzo che avevo chiesto. Credo di aver risposto alla vostra domanda.

G: Mi limito a dire che non mi posso lamentare...

4. Che rapporto avete con Venezia?

C: Ho un filo conduttore che mi unisce con questa città. Anche se ho viaggiato, visto altri posti, conosciuto altre culture, la mia meta finale sarà ed è sempre Venezia.

G: Nonostante sia nato da una famiglia Trentina, da quando ci siamo trasferiti qua, ho amato questa città fin da subito, in ogni sua piazza, vicolo e canale.

5. E per quanto riguarda il punto di vista artistico, come rappresentate Venezia?

C: Ho notato che da sempre l'architettura, il paesaggio urbano, hanno avuto nella maggior parte dei casi, un ruolo puramente secondario. Nei miei dipinti vi è l'esatto opposto: voglio sempre dare il ruolo da protagonista alle vedute, agli edifici, a tutto ciò che veniva messo in secondo piano insomma. Le macchiette (ovvero le persone) sono importanti certo, ma non i veri e propri soggetti. Mi piace anche utilizzare lo stesso disegno di partenza, realizzato con la camera ottica, per poter fare più copie, lasciando intatte le architetture e cambiando le macchiette e l'atmosfera; come feci con la veduta del Canal Grande verso Est. Aggiungo l'ultimo particolare, per non annoiarvi troppo con le mie chiacchiere; utilizzo sempre una visione razionale, geometrica quando dipingo, e cerco sempre di utilizzare tonalità chiare, per inondare di luce il dipinto.

G: Beh, non saprei... preferisco l'interpretazione alla geometria e cerco sempre di esprimere e trasmettere le mie sensazioni, anche se questo a volte comporta modificare alcuni aspetti. Infine aggiungo che mi affascina dipingere attimi di quotidianità, senza necessariamente rappresentare edifici importanti.

6. Siete sposati?

C: Domanda di riserva?

G: Si! Ho una moglie e un bellissimo figlio che spero segua le mie orme.

7. Vi chiedo di assegnare la parola che credete più consona, a quelle che vi elenco.

MACCHINA OTTICA

C: Essenziale. G: Utile.

COLORI

C: Puri. G: Sentimento.

MACCHIETTE

C: Studiate. G: Decorazione.

PENNELLATE

C: Meticolosità. G: Rapide.

VENEZIA

C: Casa. G: Sfumature.

PROPORZIONI

C: Reali. G: In relazione a ciò che voglio esprimere.

8. Cosa pensate l'uno dell'altro?

C: Nonostante abbia iniziato non tanto tempo fa, si è già creato il proprio stile, le proprie idee, e anche se non compatibili coi miei punti di vista, ciò non vuol dire che non ci sia talento. Gli auguro tanta strada e tanto tempo per crearsi esperienza, sicuramente ne avrà più di me!

G: Abbiamo visioni diverse nel rappresentare la nostra città, ma non importa, anzi c'è più scelta! Oltre a questo, anche molta stima e ammirazione.

9. Salutatevi!

C: Arrivederci, è stato un piacere.

G: Arrivederci.