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L'autoritratto |
Ingres è stato uno dei maggiori esponenti della pittura francese dell' 800'. Nasce a Montauban in Francia il 29 Agosto del 1780; il padre era un decoratore e miniatore, la madre invece quasi analfabeta. La formazione artistica di Ingres inizia con l'aiuto del padre nella propria bottega, così da affinare le tecniche di disegno; per poi proseguire nell'accademia di Tolosa, come allievo del pittore Roques (che gli ha trasmesso la passione per Raffaello) e in seguito di un'altro maestro, Briant. Dopo questo periodo di formazione, si trasferisce a Parigi nel 1797 e decide di seguire il pittore neoclassico Jacques-Louis David; questo periodo gli è servito molto per sviluppare la sua particolare armonia nelle linee tenui e nell'utilizzo dei colori. Ingres acquisì una certa notorietà dipingendo i ritratti: Il Primo Console, La Bella Zélie e L'Autoritratto.
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Il Primo Console |
Egli si formò anche sull'esempio della tradizione pittorica fiamminga ben rappresentata dal pittore Jan van Eyck; fu proprio quest'ultimo una delle fonti di ispirazione, per una delle opere più importanti di Ingres: il Napoleone in trono completato nel 1806.
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Il Napoleone in trono Non gradito dalla critica Francese |
L'opera non fu gradita dalla critica, poiché definì il Napoleone di Ingres non somigliante con quello reale. Dopo questa cattiva aria che si era creata, partì per l'Italia e si insediò presso Villa Medici a Roma, dove continuò i suoi studi. I primi anni trascorsi in Italia, gli passò dipingendo ritratti e spedendoli ai Francesi per far vedere il suo miglioramento stilistico, tuttavia non piacquero neanche questa volta agli accademici Francesi. Questi anni furono molto intensi nella produzione di opere, una tra tutte, Giove e Teti, che inviò anch'essa in Francia ma fu subito ricoperto di critiche; il pittore Francese rimase basito per questa indifferenza da parte del suo paese e decise di prolungare la permanenza a Roma. Esso si sposò e il matrimonio lo aiutò a risollevare le proprie sorti, dipingendo tele destinate a divenire celebri, come ad esempio Il sogno di Ossian, Paolo e Francesca e infine La grande Odalisca.
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La grande Odalisca
Una delle 3 opere non pagate poiché ci fu la sconfitta di Murat e il ritorno dei Borbone
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Dato che non fu mai pagato per queste opere, iniziò di nuovo il periodo nero, e per mantenersi dovette eseguire e vendere piccoli ritratti per i turisti, cosa che aveva sempre disprezzato.
Nel 1820 si trasferì insieme alla moglie a Firenze, dove vi era ad aspettarlo il suo amico Bartolini, proprio qui ricevette l'importante notizia che avrebbe risollevato la sua carriera, la richiesta di commissione per l'esecuzione di il voto di Luigi XIII.
Questo avvenimento fu un vero e proprio miracolo, perché dopo essere stato sempre disprezzato e criticato dai Francesi, con questa opera esposta al Salon nel 1824, Ingres riuscì finalmente a riscattarsi e fu intitolato capo della scuola classicista, che andava in contrapposizione con il Romanticismo di Delacroix, che nello stesso Salon esponeva Il massacro di Scio.
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Il voto di Luigi XIII Di tipo Neoclassica |
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Il massacro di Scio Romanticismo |
Sotto commissione del governo, nel 1827, fece l' Apoteosi di Omero che destinato a divenire un manifesto del neoclassicismo. Sempre nel Salon, nel 1833 presentò il Ritratto di monsieur Bertin, qui ritornarono le critiche, ma l'opera ebbe lo stesso un discreto successo; dopo di che fece il Martirio di San Sinforiano, che fu ricoperta di critiche e no piacque al pubblico del Salon; e fu deriso dal mondo artistico Parigino. Dato questo oltraggio, lasciò la Francia e ritornò a Roma.
Successivamente ritornò a Parigi e gli vennero dati diverse commissioni dal Duca ma non riuscì mai a portare a termine questi incarichi. Si sposò di nuovo e ciò lo fece ripartire con l'arte, e fu in questo periodo che dipinse La Sorgente, L'apoteosi di Napoleone e il Bagno Turco.
Morirà poi a Parigi nel 1867.
lavoro eseguito da Matteo Ricciardelli e Alessio Hasanaj
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