UBERTO E SERPINA PRESENTANO PERGOLESI E LA SERVA PADRONA
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SERPINA E UBERTO PRESENTANO |
Buona sera a tutti i presenti, stasera vi racconteremo da dove proviene la nostra storia, noi siamo Serpina e Uberto e stiamo per presentarvi l'inizio di tutto. La scena musicale napoletana nacque dunque sotto il regno del Mezzogiorno d'Italia con al comando Carlo I. Poveri e orfani furono i musicisti di maggior spessore del '700, presi dai conservatori sotto la loro protezione, questi edifici creavano in loro sogni e speranze, dandogli una vita piena di musica. Bambini di ceti più ricchi decisero di aggiungersi ai conservatori nella speranza di avere gli stessi sogni degli altri.
Il teatro di San Bartolomeo visionario di molte opere come: il Didone, La finta Pazza, ed altri, fu il palco principale della città di Napoli fino al 1737, dopo quel momento tutto cambiò, perché a prendere quel posto fu il teatro di San Carlo. Grazie all'immissione del viceré altri autori italiani poterono mettere in scena le loro opere, drammi, tragedie e commedie entrarono a far parte della musicalità napoletana. Nel 1732 sempre nella bellissima città di Napoli avvenne un grande cambiamento, l'Opera Buffa, vista come Commedia di Musica, con trame amorose e divertenti con lieto fine, e la presenza di personaggi dall'aspetto più comune che dettero al popolo un modo nuovo di vedere il teatro, perché vicino alla gente come loro e ai problemi quotidiani che li affliggono in chiave comica. La Commedia di Musica si presentava anche in opposizione all'opera seria che invece era destinata ai nobili, uno dei principali esponenti dell'Opera Buffa fu il nostro autore Pergolesi che scrisse il nostro intermezzo “La Serva Padrona”.
Il teatro di San Bartolomeo visionario di molte opere come: il Didone, La finta Pazza, ed altri, fu il palco principale della città di Napoli fino al 1737, dopo quel momento tutto cambiò, perché a prendere quel posto fu il teatro di San Carlo. Grazie all'immissione del viceré altri autori italiani poterono mettere in scena le loro opere, drammi, tragedie e commedie entrarono a far parte della musicalità napoletana. Nel 1732 sempre nella bellissima città di Napoli avvenne un grande cambiamento, l'Opera Buffa, vista come Commedia di Musica, con trame amorose e divertenti con lieto fine, e la presenza di personaggi dall'aspetto più comune che dettero al popolo un modo nuovo di vedere il teatro, perché vicino alla gente come loro e ai problemi quotidiani che li affliggono in chiave comica. La Commedia di Musica si presentava anche in opposizione all'opera seria che invece era destinata ai nobili, uno dei principali esponenti dell'Opera Buffa fu il nostro autore Pergolesi che scrisse il nostro intermezzo “La Serva Padrona”.
Ora facciamo salire sul palco proprio lui, fate un applauso per il signor Gian Battista Pergolesi!!!
Suvvia non faccia il timido! Salga sul palco.
Benvenuto,siamo pronti per presentare la sua storia, o preferisce nasconderci qualcosa? Ma tanto cosa interessa, noi la presenteremo lo stesso. Si metta seduto e ascolti!
Il qui presente signore, nasce a Jesi, in provincia di Ancona il 4 Giugno 1710 sotto il vero cognome di Draghi. Però una grande sventura incombé sulla sua triste vita; morirono genitori e tre fratelli e da solo lui rimase e chi lo compianse!
Però non tutto è perduto, perché grazie ai suoi studi di violino e organo nella città natale, arrivò presto in un luogo molto richiesto! Presso il Conservatorio dei poveri di Gesù Cristo venne considerato come un notevole acquisto.
Uscito da scuola all'età di ventuno anni riusce subito a mettere in scena le sue opere nel grande teatro di San Bartolomeo, e con la sua rinomanza i Borbone lo chiamarono per una grande commissione, quella di soddisfare la signora Elisabetta Farnese per il suo compleanno così da accumulare un gran guadagno.
Su invito e appoggio dei suoi mecenati, i duchi di Maddaloni e la famiglia Colonna, nel 1735, si esibì con l'Olimpiade a Roma nel teatro di Tordinona. Però prima ancora a Napoli fu conosciuto, per aver messo in scena “La Serva padrona “,che venne reclamata con gran baldoria e da qui nasce la nostra storia.
La commedia dell'arte è un genere teatrale che l'improvvisazione sul palco riesce a portare, senza copione noi ci accingiamo a recitare ed è per questo che l'eccellenza dobbiamo dare.
Ma “La Serva Padrona” della vecchia Commedia dell'arte fa parte, perché personaggi fissi, amori tra ceti sociali diversi, servi imbroglioni e vecchi avari nella scena riesce a far destreggiare. La nostra storia venne scritta dal signor Pergolesi per il compleanno di Elisabetta Cristina Imperatrice d'Austria, sul libretto di Gennaro Antonio Federico, rappresenta la prima volta al Teatro San Bartolomeo di Napoli il 28 agosto 1733, in altre città rinomate d'Europa arrivò e tanta felicità portò, ad ogni battuta del nostro intermezzo la gente iniziava i risi ma mai riuscivano a metterci in crisi. Oggi siamo qui per raccontarla a voi ed è così che inizia:
Uberto: “quella mattina un po' arrabbiato mi ero svegliato, perché il mio cioccolato Serpina non aveva portato, quindi il garzone a cercarla avevo mandato. Il mio servo, Vespone la barba non mi aveva ancora fatto e quindi io andai di matto.”
Serpina:” io nella stanza entrai infuriata perché da vera signora volevo essere rispettata.”
Uberto:”siccome Serpina di zittire mi aveva intimato io di voler prendere moglie gli ho urlato. Per tenerle testa, di portarmi abiti e bastone a Vespone ho chiesto per andare a cercare la donna che tanto avevo richiesto!”
Serpina:” tanto è inutile qualcuno che mi sposi l'avevo già trovato così da potermene andare via e stare lontano dalla sua pazzia. Capitan Tempesta è il suo nome e lui adesso presentarsi vuole.”
Uberto:” a malincuore di vederlo ho accettato, per vedere chi la mia Serpina via mi aveva portato.”
Serpina:”Vespone travestito da Capitan Tempesta gli ho presentato. E se Uberto 4.000 scudi di dote non mi avesse dato, egli stesso mi avrebbe sposato!”
Uberto:”io 4.000 scudi non volevo sborsare perciò Serpina mia moglie ho fatto diventare.”
Questo era tutto quello che c'era da sapere, ora non vi resta altro che lo spettacolo vedere!
Suvvia non faccia il timido! Salga sul palco.
Benvenuto,siamo pronti per presentare la sua storia, o preferisce nasconderci qualcosa? Ma tanto cosa interessa, noi la presenteremo lo stesso. Si metta seduto e ascolti!
Il qui presente signore, nasce a Jesi, in provincia di Ancona il 4 Giugno 1710 sotto il vero cognome di Draghi. Però una grande sventura incombé sulla sua triste vita; morirono genitori e tre fratelli e da solo lui rimase e chi lo compianse!
Però non tutto è perduto, perché grazie ai suoi studi di violino e organo nella città natale, arrivò presto in un luogo molto richiesto! Presso il Conservatorio dei poveri di Gesù Cristo venne considerato come un notevole acquisto.
Uscito da scuola all'età di ventuno anni riusce subito a mettere in scena le sue opere nel grande teatro di San Bartolomeo, e con la sua rinomanza i Borbone lo chiamarono per una grande commissione, quella di soddisfare la signora Elisabetta Farnese per il suo compleanno così da accumulare un gran guadagno.
Su invito e appoggio dei suoi mecenati, i duchi di Maddaloni e la famiglia Colonna, nel 1735, si esibì con l'Olimpiade a Roma nel teatro di Tordinona. Però prima ancora a Napoli fu conosciuto, per aver messo in scena “La Serva padrona “,che venne reclamata con gran baldoria e da qui nasce la nostra storia.
La commedia dell'arte è un genere teatrale che l'improvvisazione sul palco riesce a portare, senza copione noi ci accingiamo a recitare ed è per questo che l'eccellenza dobbiamo dare.
Ma “La Serva Padrona” della vecchia Commedia dell'arte fa parte, perché personaggi fissi, amori tra ceti sociali diversi, servi imbroglioni e vecchi avari nella scena riesce a far destreggiare. La nostra storia venne scritta dal signor Pergolesi per il compleanno di Elisabetta Cristina Imperatrice d'Austria, sul libretto di Gennaro Antonio Federico, rappresenta la prima volta al Teatro San Bartolomeo di Napoli il 28 agosto 1733, in altre città rinomate d'Europa arrivò e tanta felicità portò, ad ogni battuta del nostro intermezzo la gente iniziava i risi ma mai riuscivano a metterci in crisi. Oggi siamo qui per raccontarla a voi ed è così che inizia:
Uberto: “quella mattina un po' arrabbiato mi ero svegliato, perché il mio cioccolato Serpina non aveva portato, quindi il garzone a cercarla avevo mandato. Il mio servo, Vespone la barba non mi aveva ancora fatto e quindi io andai di matto.”
Serpina:” io nella stanza entrai infuriata perché da vera signora volevo essere rispettata.”
Uberto:”siccome Serpina di zittire mi aveva intimato io di voler prendere moglie gli ho urlato. Per tenerle testa, di portarmi abiti e bastone a Vespone ho chiesto per andare a cercare la donna che tanto avevo richiesto!”
Serpina:” tanto è inutile qualcuno che mi sposi l'avevo già trovato così da potermene andare via e stare lontano dalla sua pazzia. Capitan Tempesta è il suo nome e lui adesso presentarsi vuole.”
Uberto:” a malincuore di vederlo ho accettato, per vedere chi la mia Serpina via mi aveva portato.”
Serpina:”Vespone travestito da Capitan Tempesta gli ho presentato. E se Uberto 4.000 scudi di dote non mi avesse dato, egli stesso mi avrebbe sposato!”
Uberto:”io 4.000 scudi non volevo sborsare perciò Serpina mia moglie ho fatto diventare.”
Questo era tutto quello che c'era da sapere, ora non vi resta altro che lo spettacolo vedere!
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PERGOLESI |
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LA SERVA PADRONA |
Lavoro di Samuela Banushaj & Alessandro Bruccoleri
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