Carlo III Show - 2 parte
Passiamo adesso all’ultimo argomento di questa serata, non che il più maestoso, ovvero la reggia di Caserta.
Nel 1752 per sottolineare la mia grandezza ancora una volta ho deciso di far costruire un’enorme palazzo dalle dimensioni davvero molto grandi, costruita fuori dalla città di Napoli per evitare che i nemici provenienti dal mare potessero raggiungerla, era una costruzione troppo bella per rischiare di essere distrutta.
Decisi di far fare questa struttura per una destinazione unifamiliare ovvero solo per me stesso e la mia famiglia e l’unico che poteva
realizzare questa impresa fu Luigi Vanvitelli, architetto con ottime potenzialità nel suo lavoro.
Lascio quindi la parola a Luigi Vanvitelli per spiegare al meglio la realizzazione di tale struttura.
Carlo III: “Avanti Luigi, a te la parola”
Luigi Vanvitelli: “Buonasera a tutti, ringrazio il mio amico Carlo III per avermi invitato questa sera e per avermi dato la parola su un argomento che mi tocca particolarmente.
Per la realizzazione della Reggia di Caserta ovviamente non fui solo, ma con me lavorarono anche 270 operai, 300 capomastri ma vi dirò anche una cosa sconvolgente, quindi preparatevi…ci fu bisogno anche dell’aiuto di elefanti e cammelli, assurdo no?.
Carlo III: “Si Luigi, ricordo molto bene di questo aneddoto divertente, parliamo adesso della pianta e della grandezza della nostra reggia”
Luigi Vanvitelli: “Certo. Posso dirvi che l’intero territorio della reggia occupa i sessantuno metri quadrati con una forma rettangolare e quattro cortili interni. La reggia è lunga duecentocinquanta metri e larga duecento metri, sviluppandosi su cinque piani alti più due piani sotterranei per un’altezza di quaranta metri. Il palazzo contiene mille porte e 1762 finestre, vi immaginate voi quanto tempo impiegavano a pulirle tutte?”
Carlo III: “Che ridere Luigi, non sarei mai voluto essere al posto dei lavoratori addetti alla pulizia delle finestre. Parlaci adesso di cosa vediamo una volta entrati nella reggia”
Luigi Vanvitelli: “Con molto piacere. Superato l’ingresso possiamo notare una lunga galleria che attraversa tutto l’arco centrale della reggia in linea con le vasche e le fontane del parco.
Del cuore della reggia invece possiamo accedere ai piani superiori con un imponente scalone d’onore con in cima due leoni di marmo, che abbiamo deciso di mettere per poter accogliere in modo reale gli ospiti di Carlo III, ma a Carlo tutto questo non bastava vero?
Carlo III: “Certo che no, dovevamo abbondare”
Luigi Vanvitelli: “Esatto, ed è per questo che mettemmo tre statue che rappresentano la verità e la maestà della reggia. Lateralmente invece abbiamo fatto partire due rampe”.
Carlo III: “Interrompo per lodare Luigi Vanvitelli per lo splendore, la ricchezza e ogni dettaglio di tutta la decorazione. Vorrei fare una precisione, c’è da dire che dalla grande scala che ha spiegato prima Luigi alla mia stanza privata sono quasi duecento metri, immaginatevi che fatica doverlo fare ogni sera per andare a letto, praticamente arrivavo in camera già stanco e pronto a dormire, ma soprattutto a volte magari dimenticavo qualcosa al piano di sotto e…beh dovevo rinunciare a tale cosa, non avevo assolutamente intenzione di rifare tutta la strada.
Ovviamente però cos’è che manca nella mia reggia? Il trono. Luigi avanti spiega a tutti la stanza del mio trono.”
Luigi Vanvitelli: “La stanza del trono è uno dei luoghi più esclusivi, perché appunto dedicato alla famiglia regnante e l’abbiamo realizzata immensa per far sentire le persone più piccole. Il trono è stato posto in fondo alla sala quasi anonimo e di piccole dimensioni in confronto alla stanza, certo Carlo da te questo non me lo sarei mai aspettato, anche se è dorato e con i braccioli a forma di leoni alati quindi non è proprio del tutto anonimo.
La sala è larga quindici metri e lunga più di quaranta e il soffitto a volta si trova a quindici metri dal suolo, ma non posso descrivervi tutte le decorazioni, sono veramente tantissime ed emergono solo due colori, l’oro ed il bianco.
Carlo III: “Ovviamente nella mia reggia non poteva mancare un mio teatro privato, dal momento che si sa, amo l’arte, vorrei veramente essere io a spiegarlo, ma è giusto che sia Luigi a farlo”
Luigi Vanvitelli: “Si, possiamo definire il teatro come una piccola ricostruzione del teatro di San Carlo, ha quarantadue parchi messi su cinque livelli diversi e sono decorati con dei putti e fiori tutti diversi l’uno dall’altro, ma il palco reale ovviamente supera tutti gli altri per le dimensioni e le decorazioni. Oltre il fondale si trova un ampio portale che si affaccia sul palco per sfruttarne le vedute e per gli effetti speciali.
Carlo III: “Vorrei precisare che la mia reggia ha una visione straordinaria anche al di fuori, è infatti emersa in un parco di 120 ettari anch’esso progettato da Luigi Vanvitelli, ed è qui che avvenivano le mie migliori feste.
L’ultimo argomento di oggi saranno gli acquedotti, avanti Luigi spiega a tutti come funzionavano gli acquedotti della nostra reggia”
Luigi Vanvitelli: “Certamente. Per far arrivare l’acqua alle fontane decisi di costruire un’altro capolavoro, ovvero un’acquedotto carolino che capta delle sorgenti lontane addirittura di trentotto chilometri con un percorso quasi tutto sotterraneo, tranne in un punto dove ho costruito una struttura imponente di tre ordini di arcate per mantenere una pendenza.
Carlo III: “perfetto, grazie infinte Luigi per essere stato con noi oggi e per aver spiegato la costruzione e la struttura della nostra Reggia di Caserta”
Luigi Vanvitelli: “è stato un piacere per me essere qui, grazie a tutti”
Carlo III: “Bene, il tempo a disposizione per il nostro Show finisce qua, grazie e alla prossima visione”
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